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Manifestazione dell’English Defense League a Westminster, Londra 2010. © All rights reserved.

Il mio punto sulla Brexit.

“Secondo il racconto tramandato dal poeta Esiodo ne Le opere e i giorni, il vaso (pithos, πίθος in greco antico) era un dono fatto a Pandora da Zeus, il quale le aveva raccomandato di non aprirlo. Pandora, che aveva ricevuto dal dio Ermes il dono della curiosità, non tardò però a scoperchiarlo, liberando così tutti i mali del mondo, che erano gli spiriti maligni della vecchiaia, gelosia, malattia, pazzia e il vizio.“


Come l’apertura del vaso di Pandora, la Brexit ha liberato i sentimenti, le paure, la rabbia degli inglesi che vivono fuori la loro capitale, Londra. Il risultato nato dall’ultimo referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europa, non è solo sconcertante per via del fatto che ancora non avevamo visto un paese membro uscire dall’unione, ma soprattutto per quello che abbiamo costato durante la penosa campagna elettorale – di entrambi i partiti – e in seguito la vittoria del fronte leave. Negli ultimi mesi, abbiamo parlato estensivamente del dilemma leave or remain, e da londoner come sono stato, ovviamente auspicavo per il remain, anzi ero più che certo che il Regno Unito non sarebbe mai uscito dall’Ue. Ma Londra, è un'isola in un'isola, e dietro il grande sipario che delimita la zone 5 (l'ultima zona di Londra) dell'Inghilterra, c’e’ un Regno che non conosciamo bene, sicuramente per niente unito. I londinesi sono increduli, soprattutto gli expat europei, che in molti hanno fatto de il Regno la loro casa, tutto in un tratto si svegliano in un paese che non riconoscono più, davanti ad un futuro sicuramente più incerto. Nebulosi sono anche i piani dei politici, o forse i non piani, perché seppur stiamo seguendo questo momento storico dall'Italia, guardando oltre manica non vedo un vero e proprio piano d’uscita, ma solo discorsi costituiti da slogan contro l'immigrazione e guerre intestine nei due partiti tory e labour; come al solito just politcs. Perché essere sorpresi? Dopo tutto, proprio io vidi che qualcosa già a Londra stava cambiando, e mi dimenticai di quel giorno ancora studente di fotografia, quando andai a fotografare una manifestazione a Westminster, dove incontrai per la prima volta l'English Defense League, il partito di estrema destra, ultranazionalista, famoso soprattutto per il suo odio contro l’Islam. Quel giorno vidi per la prima volta un mostro, che ancora a Londra non avevo fronteggiato, già Londra è un'altra cosa; come abbiamo visto in questi giorni, questo mostro, questo male è ben radicato nel sotto suolo del Regno, aizzato da piccoli uomini che solo desiderano il controllo, appunto #TakeControl (il motto della campagna del leave). Se questa è stata la decisione democratica del popolo, io la rispetto, e non condannerò mai un referendum democratico. Di certo mi dispiace molto, perché questa scelta influirà pesantemente soprattutto sui giovani, che cresceranno in un’isola diversa da come l’ho vissuta io, ombelico del mondo, aperta a tutto e a tutti. Che sia anche un momento di riflessione, per questa “comunità” Europea, che si crede assolta, ma sarà sempre coinvolta. Proprio come il Regno non Unito.

“Sul fondo del vaso rimase soltanto la speranza (Elpis), che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo.“

Quote fonte: Wikipedia.it

Antonio

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A Tribute to Discomfort: Cory Richards by Blue Chalk «Live Thru Live, Don't Just Watch it Pass By»

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